sabato 24 maggio 2008

BERLUSCONI E LA MACROFISICA DELLA SANTITÀ


Nel suo Il Corpo Mirabile, Marino Niola spiega come, nella Napoli seicentesca delle mille catastrofi e pestilenze, si fosse sviluppato un culto insistente e diffuso delle reliquie dei santi. Il corpo ed i suoi resti diventano così “oggetto ricercato”, un presidio taumaturgico contro calamità e catastrofi naturali o storiche. Così la Napoli post-tridentina diviene lo sfondo di quello che Niola chiama microfisica della santità, segnata da una “produzione incessante di nuovi santi e patroni e da un’imponente disseminazione dei corpi e delle reliquie degli stessi.

È in questo periodo che a Napoli nascono mille cappelle ed edicole votive, una per ogni vicolo, per ogni basso. La santità si disperde e si distribuisce in parti piccole tra tutti, a nessuno è negato il proprio piccolo pezzetto di santità.

Nel 2008 Berlusconi ha rovesciato questa tendenza centenaria in un battibaleno. Con il lungo manifesto srotolato sulla parete (già nota per i seni TTT Lines di Giulia Mango, che hanno messo in tilt, a detta dei giornali, il traffico di Fuorigrotta) dello Sferisterio.

Il manifesto è enorme, le sue dimensioni mettono in pratica una macrofisica della santità che rovescia lo storico rapporto di Napoli con i suoi idoli. Nel ventesimo secolo c’è spazio per un solo, grosso santo a Napoli.