martedì 28 luglio 2009

l'algoritmo del meridionalista contemporaneo

Ieri sera alla Zanzara di Giuseppe Cruciani, su Radio24, ascoltavo una breve descrizione del tipico comportamento dell'amministratore meridionale nei confronti del ì governo centrale. Riassumo brevemente in cinque fasi:

1.L'amministratore meridionale spende oltre le proprie risorse, utilizzando il decifit per crearsi consenso.
2.A fine mandato, l'ammistratore meridionale si ritrova senza soldi, anzi, pieno di debiti, ma con una buona base di consensi.
3.L'amministratore meridionale quindi, al fine di ricevere altre risorse dal governo centrale, sfodera la questione meridionale.
4.Il governo centrale, per paura di perdere voti accontenta l'amministratore meridionale, predisponendo nuovi fondi.
5.L'amministratore meridionale ha di nuovo la possibilità di sperperare.

Un ciclo semplice semplice che può fungere come manuale per le nuove leve politiche del sud, anche se se presenta un lieve problemino di medio/lungo termine: non appena gli elettori si accorgono che i miliardi sono stati spesi a pioggia senza alcuna progettazione strutturale, il consenso cola a picco (vedi Bassolino & co.). Tuttavia, almeno per una quindicina d'anni (quanto dovrebbe durare in media una carriera politica), il successo della strategia è garantito, provare per credere.

lunedì 27 luglio 2009

Brand e Social Media: un ranking mondiale

EngagementDB ha stilato la classifica dei brand più efficienti nell'utilizzo dei social media. Da questa breve indagine di charlene li risulta che Starbucks, con 127 punti, sia il brand più avvezzo all'utilizzo/presenza su gruppi di discussione, social network e community.

ecco la top ten:

1. Starbucks (127)
2. Dell (123)
3. eBay (115)
4. Google (105)
5. Microsoft (103)
6. Thomson Reuters (101)
7. Nike (100)
8. Amazon (88)
9. SAP (86)
10. Tie – Yahoo!/Intel (85)

La cosa interessante di questo studio è che esso propone una correlazione tra il social media engagement e la crescita del profitto. I brand con punteggio più alto, infatti, sono anche quelli che hanno visto una crescita media delle revenue pari al 6% negli utlimi 12 mesi.
Tuttavia sono daccordo con Charlene Li quando dubita che ci sia un rapporto causale tra il forte engagement nei social media e la crescita di profitto, ma sostiene che in realtà le aziende più profittevoli, quindi quelle più efficienti, sono poi quelle che investono in innovazioni di comunicazione e quindi nei social media.

lunedì 15 giugno 2009

L'audio dal Sud Africa

Nei decenni abiamo imparato che ogni nazone ha un proprio rumore dastadio quando si seguono le partite in TV. Sto guardando Italia-USA a Pretoria e se questo strombettio infinito e pedulante si sente in tutti gli impianti sudafricani allora stiamo messi proprio male per i mondiali 2010.

venerdì 12 giugno 2009

Ma almeno rileggete quello che scrivete

da Repubblica.it

Formula 1 del 2010: la Ferrari c'è
Ma è iscritta "d'ufficio" dalla Fia
La scuderia di Maranello ha fatto subito sapere che se le sue richieste (cancellazione totale del tetto di spesa) non sarà presente al prossimo campionato. Ecco l'elenco ufficiale di tutti i team. Compaiono illustri sconosciuti. Ossia Manor Grand Prix, Campos Grand Prix e US F1 Team.
di VINCENZO BORGOMEO


il grassetto è mio

mercoledì 10 giugno 2009

La tettonica a zolla nell'era del societing

Se un tempo la spaccatura tra le direzioni marketing e quelle commerciali all'interno delle organizzazioni aziendali con un minimo di struttura pareva essere uno dei principali argomenti di discussione tra gli studiosi, oggi questa spaccatura si presenta come una faglia irreparabile.

Il commerciale vede le cose in modo più semplificato, ma non per questo meno sofisticato, del marketing. Mentre infatti quest'ultimo individua alcune tipologie di attività che portano benefici di lungo termine e che nell'immediato si presentano come mere voci di costo senza ritorni immediati, il commerciale, dal canto suo deve fare i conti con budget e previsioni di vendita sempre più stringenti.

Nell'era del societing, delle attività di relazioni e comunicazione dell'azienda volte semplicemente e creare e tessere ambienti interattivi da cui trarre risorse e margini di espansione e proliferazione, questa distanza di vedute tra il commerciale ed il marketing si fa drammatica, dando luogo a vere e proprie battaglia di fazione che, quasi sempre, vedono il commerciale avere la meglio.

Da questa tendenza che mi sembra simile al noto meccanismo della tettonica a zolle, secondo il quale le grosse placche terrestri si spostano lentamente e, in alcuni casi, si allontanano altrettanto lentamente e inesorabilmente, nascono una serie di condizioni favorevoli ad un terzo in causa: le divisioni comunicazione e pubbliche relazioni.

Tutto il peso del societing si sposta infatti dal marketing, sempre più fagocitato nelle sue più strette funzioni di vendita dalla direzione commerciale, alla comunicazione, la quale, dalla parte sua, si è è appropriata di una serie di strumenti che il marketing farebbe fatica a maneggiare

Il risultato di questo movimento geomorfologico che vede allontanarsi via via il commerciale ed il marketing, delineerà forse la scomparsa del secondo? Io temo di si.
Per il momento il marketing resta sempre più spesso un isoletta dispersa e sempre più sola, tra chi è impegnato a vendere in tempi di crisi (commerciale) e chi sta preparando il terreno per una dimensione aziendale diversa e più adatta alle sfide della post-economia (comunicazione).

Per chiudere vi pongo una domanda che è piuttosto una provocazione: Winikinomics è comunicazione e pubbliche relazioni intrecciate alle vendite o è marketing? La risposta condizionerà il vostro livello di apprezzamento di questo articolo.

venerdì 29 maggio 2009

Insalata di Sassoli "a La Russa"



L'altro ieri non ero stanco al tal punto da non potermi gustare un sano quarto d'ora di Porta a Porta prima di dormire. Ebbene, mai scelta fu più azzeccata, avendo avuto l'onore di assistere in diretta alla preparazione di una ricetta esotica e gustosa: l'insalata di Sassoli "a La Russa".

Il giornalista Rai votato alla politica europea senza arte nè parte viene sminuzzato, triturato e servito con olio e aceto dallo scafato ed impietoso ministro Pdiellino.

Le battute che segnano il Ko di Sassoli per me sono queste:
(non riporto il testo in modo letterale)

Sassoli: Lei si è candidato alle europee sapendo che il parlamento europeo è incompatibile con la sua carica!

La Russa: lo ha fatto anche D'Alema, cosa ne pensa lei, ha sbagliato?

Sassoli (all'angolo, dopo un lungo tentennamento: si, hanno sbagliato tutti quelli che lo hanno fatto!


E vabbè, in questo caso si può anche apprezzare la sincerità del Sassoli che pur di sostenere la propria posizione morale si mette anche a criticare lo sterminatore di leaders del PD Massimo D'Alema. Ma nel prossimo scambio di battute si verifica l'irreparabile.

Sassoli si lancia in una sorta di sermone lunghissimo su come deve diventare la politica nei prossimi anni, roba del tipo: "bisogna recuperare la moralità, il rigore, il senso della comunità, la serietà bla bla bla" e va avanti così per 7-8 minuti buoni. Al che il mefistofelico lo interrompe dicendo in modo perentorio:

Vabbene me lo segno, nel frattempo parliamo di cose concrete?

Penso che questa citazione troisiana sia lo spartiacque tra la vita e la morte di Sassoli in quella puntata di Porta a Porta. La contrapposizione tra chi farnetica e chi invece riporta alla realtà, almeno se si resta nella sfera della comunicazione politica, la realtà è un altro argomento.

Tuttavia credo che la politica sia fatta per il 90% di comunicazione politica e per il resto di fatti, fate voi i conti sul futuro di Sassoli.

lunedì 11 maggio 2009

Obama fa il Berlusconi e piace ai media italiani

E' vero che le battute e le gags del nostro presidente del consiglio spesso cadono in momenti poco o per niente opportuni, mentre la serata che ha visto protagonista Barack Obama l'altra sera aveva una carattere più propriamente "leggero".
Tuttavia mi sorprende vedere come la vena comica di Obama venga accolta con grande favore dai nostri media, gli stessi che attaccano Berlusconi quando esprime il ben più divertente italico sarcasmo.
Alla prima cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca delle varie testate giornalistiche, Obama ne ha sfoderato di mitiche.
Una delle battute migliori l’ha dedicata a Hil­lary: "Siamo stati rivali, ma og­gi non potremmo essere più vicini: appena è tornata dal Messico, mi ha subito abbrac­ciato suggerendomi di andar­ci",
Aldilà di ogni schieramento politico, che non mi interessa in questa sede, ancora una volta si conferma il provincialismo della nostra intelligenzia, che accoglie con ovazioni tutto ciò che viene dall'estero e non apprezza mai ciò che si produce in casa.

martedì 28 aprile 2009

Customer Care Trenitalia

Stamattina volevo consegnare al personale di binario di Trenitalia il breve questionario di verifica della customer satisfaction che ho compilato ieri sera. Ebbene, non se lo volevano prendere ed ho dovuto quasi insistere per darglielo. E pensare che avevo risposto con grande positività alle richieste di giudizio!

lunedì 27 aprile 2009

Google scout

Da scout mi ha fatto impazzire il lettering di Google che ci siamo ritrovati oggi. Il nomino era scritto in morse!

giovedì 16 aprile 2009

Zuckerberg-Anderson e l'arte del sorpasso


Riprendo il titolo di una trasmissione di Radio24 che adoro. Negli USA Facebook è a 9 milioni di visitatori da MySpace. A quando il sorpasso?
il grafico è tratto da TechCrunch.

mercoledì 15 aprile 2009

Amazon.com e l'etica degli algoritmi

Su TechCrunch un lungo ed interessante articolo su come gli algoritmi utilizzati da Amazon.com hanno portato all'eliminazione di molti libri che trattavano tematiche a sfondo gay/lesbo.

Vini-Pregiati.it: Il concorso che proietta la riffa nel futuro


Riffa, da riffare, che vuol dire contendere, lottare. Un termine che deriva dall'antico dialetto siciliano. Molto simile ad altre parole di lingue diverse: il francese riffer (rapire), il tedesco riffen (prendere con violenza, ghermire, afferrare), l'inglese to rifle (rubare).
In ogni lingua questo strano termine riporta al fugace gesto di strappare via qualcosa e portarselo a casa.
Negli anni ha preso ad identificare un'attività ben precisa e punita per legge, e cioè l'offrire premi al pubblico mediante sorteggio di uno o più numeri o con il riferimento alle estrazioni del lotto pubblico.
Oggi Vini-pregiati.it riscopre questa antica tradizione e la ripropone in chiave blogosferica con un concorso sfizioso e ben congeniato.
Il premio che viene "riffato" è una fornitura di Nobile di Montepulciano , attorniata da alcuni simpatici gadgets.
Il concorso è destinato a tutti i blogger, li prende per la gola e fa parlare di sè, tutte carte in regola per avere successo.

Un tassello della libertà sessuale nell'universo islamico


La copertina della rivista Jasad, la quale, raffigurando un pube di donna coperto dalle mani, dove l'ombelico è ben visibile, vuole rappresentare tutta la carica di rottura con la rigida morale religiosa che la circonda.

L'iniziativa editoriale nasce in Libano ed è distribuita in tutto il mondo di lingua araba. Jasad (=Il Corpo) si autodefinisce come "rivista culturale periodica specializzata nella letteratura, le scienze e le arti del corpo".

Come scrive Limes, a sfogliarla si è sorpresi nel vedere tante riproduzioni di stampe e foto di nudi, falli delle più disparate fogge, seni e pubi femminili.

sabato 11 aprile 2009

Comunicazione unificata tra i vigneti

Dalla newsletter Wireless4innovation
La necessità di garantire una più efficace comunicazione tra le sedi italiane e internazionali, ha spinto Masi Agricola, nota azienda vinicola, ad adottare una soluzione di Unified Communication. L’azienda veronese ha cercato la soluzione che potesse maggiormente assicurare una comunicazione affidabile tra le sedi, 6 in Italia e 2 all’estero, e i vigneti distribuiti in tutto il mondo a favore di un allineamento produttivo, necessario soprattutto per aziende caratterizzate da una decentralizzazione dell’attività. La soluzione scelta, fornita da Cisco, consta di un sistema integrato di voce, dati, componente security e apparati di rete in un’unica infrastruttura di rete IP. Primi step del progetto sono stati la migrazione al VoIP e la sostituzione del vecchio centralino con quello IP, installato su un server, che gestisce l’infrastruttura telefonica nella sua interezza e la fornitura di IP Phone ai propri dipendenti. Inoltre, sono state interconnesse via wireless alcune cantine, con un conseguente miglioramento nella reperibilità delle persone in un’area di 5 km quadrati. La Unified Communication ha avuto ripercussioni positive anche in termini di razionalizzazione delle chiamate interne ed esterne, di gestione centralizzata e ottimizzata dell’infrastruttura telefonica, nonché di riduzione dei costi associati alle comunicazioni.

giovedì 9 aprile 2009

Il rispettoso silenzio dei blogger

In questi giorni di lutto e commozione molti avrebbero previsto una corsa dei blogger a cercare spazi di visibilità parlando del terremoto in tutte le sue sfaccettature. Invece c'è stato una sorta di movimento spontaneo e collettivo del silenzio, laddove ogni blogger si è ben guardato dal riempire di parole vuote il dolore di questi giorni.
questo conferma che una forte etica è caratteristica fondante della blogosfera e mi onoro di farne parte.

mercoledì 8 aprile 2009

Coca Cola a lezione

Oggi ho avuto a lezioen un dirigente di Coca Cola Italia. Non ho resistito dal chiedergli se è vero che la Sua azienda impone ai distributori margini bassissimi. Il docente in quesitone si è affrettato a negare la storia, mah, non mi convince.

martedì 7 aprile 2009

Commercial di Twitter

Il primo commercial della Twitter. Forse esagera un pochino quando dice che solo il 26% di chi lo vedrà non ha mai sentito parlare di Twitter, ma in compenso mi piace.

La GDO tema caldo del marketing attuale

In questa interessante intervista di Alessandra Mariotti e Carlo Odello tratta dal blog Grappanews si può scorgere, da un punto di vista singolare, il potere che oggi detengono le aziende della GDO.

Sul rapporto tra la grande distribuzione organizzata e i grappaioli Grappa News ha intervistato un alto dirigente di una nota GDO. L'intervistato ci ha chiesto di mantenere l'anonimato per potere parlare in modo più franco e diretto e spiegarci davvero come il mondo della distillazione e la GDO potrebbero lavorare meglio insieme.

Il consumatore della grande distribuzione è pronto a comprare distillati di qualità in questo momento di crisi?
Innanzitutto ci tengo a precisare che ci troviamo in una fase complessa del mercato. Abbiamo da un lato una diminuzione dei consumi di alcolici fuori casa, distillati compresi, visti i severi controlli sul tasso alcolemico. Dall’altro lato siamo in un momento di crisi generale e i consumatori tendono a lasciare sugli scaffali prodotti di alto livello perché considerati troppo costosi. A mio parere alcuni margini per intervenire ci sono. I distillatori potrebbero per esempio proporre formati da 50 cl e non più da 70 cl così da invogliare il consumatore all’acquisto: da un lato spenderà meno, dall’altro però acquisterà più spesso il distillato. Continuare a proporre grappe con prezzi da oreficeria non è davvero consigliabile in questo momento di crisi.

Prezzi più bassi a scapito della qualità?No, direi piuttosto che i distillatori dovrebbero orientarsi verso prodotti nuovi proponendoli in modo innovativo ai consumatori non tanto nel packaging quanto nei valori a essi associati.

Ci può fare qualche esempio?Penso ai distillati da monovitigni del Sud Italia e delle isole da valorizzare legandoli alla tipicità del territorio. Il consumatore sarà invogliato all’acquisto di quelle grappe perché gli ricorderanno la vacanza in quelle terre. Un altro prodotto nuovo da esplorare sono le grappe dal gusto femminile o quelle ottenute da vinacce legate ai vini da dessert.

Il rapporto tra i buyer e i distillatori: qual è la sua esperienza?La mia impressione è che a volte i distillatori non abbiano ben chiari né i meccanismi della GDO con cui interagiscono né il mercato in cui vogliono operare. Si stupiscono per esempio per i costi dell’inserimento o fanno richieste non pertinenti perché non si informano preventivamente sulla scala di prezzo. C’è chi mi propone di entrare con un prodotto che ha lo stesso livello di altri tre che la mia GDO già vende: perché dovrei far correre il rischio di inserire quel distillato al posto di un altro non sapendo se venderà?

Quali consigli si sente di dare ai distillatori per superare queste incomprensioni?Senz’altro dovrebbero informarsi meglio sul mercato e, se possibile, presentarsi non singolarmente, ma in un raggruppamento perché non è semplice per una GDO aprire a un piccolo fornitore. Consiglio inoltre di lavorare in esclusiva o con linee particolari. Non ultimo i produttori dovrebbero conoscere meglio i loro consumatori: in Piemonte vanno prodotti piemontesi, in Veneto quelli del Triveneto. Al Sud le grappe vanno meno perché è forte il brandy a eccezione dell’agropontino dove c’era una colonia di veneti e il consumo è rimasto radicato.

E la GDO da parte sua come potrebbe aiutare i distillatori con i prodotti a scaffale?
Una sinergia importante tra distillatori e GDO da sfruttare meglio è quella sul fronte dell’informazione ai consumatori. I distillati andrebbero senz’altro fatti conoscere meglio ai consumatori e la GDO può essere un buon punto d’incontro. Non credo però nell’efficacia delle degustazioni nei punti vendita perché i consumatori tendono a non assaggiare a stomaco vuoto. Ritengo sia meglio puntare su brevi corsi e seminari con gadget da lasciare ai potenziali acquirenti. Sono però convinto che la pubblicità diretta incida ancora molto sulla scelta di acquisto del consumatore.

martedì 31 marzo 2009

La fine di 24' e l'inizio di Riotta


24Minuti, la free press del Gruppo Sole24 Ore chiude domani i battenti. Oggi il giornale si apriva con una grande foto di un tramonto, causa la crisi della pubblicità che assilla l'informazione di cellulosa.
Il tutto avviene proprio all'indomani dell'avvicendamento alla guida del quotidiano di testa del gruppo tra Ferruccio De Bortoli (che torna al Corsera) e Gianni Riotta, riconosciuto innovatore inserito da Prospect tra i 100 intellettuali più influenti del pianeta.
Peccato, era un'ottima free press.

Hunch, per ora una sfilza di domande


Stasera mi è arrivata la mail di accettazione al nuovo web service Hunch, che promette di avere una risposta per ogni problema decisionale tu abbia nella vita.
Per ora sto rispondendo solo ad una sfilza interminabile di domande del ipo di quelle dei sondaggi on-line, chissà dove mi porterà questa nuova avventura web.
Nel frattempo vi segnalo un link riportato dal blog di Caterina, la musa ispirattrice di Hunch, che spiega l'affascinante problema della dinamite di Napoleone. Il sito è quello del New York Times.

lunedì 30 marzo 2009

Inter? Juventus? Roma? No, Foppapedretti!


Mentre il giornalismo sportivo italiano si arrovella ancora intorno alla questione Mourinho ed al suo fallimento europeo, alla sfortuna della Juventus ed al cuore non ripagato della Roma, la Foppapedretti Bergamo VINCE LA CHAMPIONS LEAGUE battendo 3-2 (25-21, 22-25, 14-25, 26-24, 15-10) la Dinamo Mosca nella gara decisiva della Final Four di Perugia. È la sesta Coppa per Bergamo, dopo quelle conquistate nel 1997, nel 1999, nel 2000, nel 2005 e nel 2007.
L'Italia si conferma regina del volley internazionale

sabato 28 marzo 2009

L'India corre nella telefonia mobile

Informa Telecoms & Media ha reso noti i dati consuntivi relativi al numero delle mobile subscription e al mercato dei telefoni cellulari a livello mondiale. L'impatto della crisi si è fatto sentire rallentando entrambi i settori a partire dalla seconda metà del 2008 e determinado previsioni simili per il 2009.
Nel 2008, il numero di mobile subscription è cresciuto del 18,5% rispetto al 2007, un tasso di crescita inferiore a quello 2006-2007 (pari al 22,5%). La società di ricerca prevede che nel 2009 tale crescita si attesterà intorno al 12,7%.
A tirare avanti il carro sono ancora i paesi emergenti. In testa l'India che, con una net addition di 102 milioni di unità nel 2008, supera per la prima volta la Cina,

giovedì 26 marzo 2009

Nasce il mio blog sulla Corporate Social Responsibility

Una finestra sui temi della responsabilità sociale d'impresa, la prima in Italia:
http://giovanniromito-csr.blogspot.com/

In aula l'uomo-comunicazione di Bassolino Sindaco

Un altro tassello dell'interminabile vicenda istituzionale napoletana

via Napolionline

Dario Scalabrini, capo della segreteria di Bassolino quand'era sindaco e organizzatore delle sue campagne elettorali, per più di un anno curò le comunicazioni esterne di Fibe e, in alcuni casi, segnalò ai vertici dell'azienda i nomi di persone interessate all'assunzione.
È emerso nel corso dell'udienza del processo Bassolino che si è svolta ieri nell'aula bunker. Scalabrini, che oggi è presidente dell'Ente provinciale per il turismo, è stato ascoltato ieri come teste. I pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo gli hanno rivolto domande sulla sua carriera professionale: impiegato comunale, fu nominato da Bassolino capo della sua segreteria; nel 2001 si dimise per dedicarsi all'organizzazione di eventi; poco dopo, cominciò a collaborare con Fibe occupandosi della strategia di comunicazione.
In quel periodo, come gli stessi vertici dell'azienda avevano previsto, Scalabrini ricevette numerose richieste di segnalazione; moltissime rimasero lettera morta, ma in un paio di casi, ha ammesso il teste, «girò» ai suoi contatti nella Fibe i foglietti con i nomi: si trattava di persone che avrebbero potuto svolgere mansioni modeste. La circostanza era stata riferita durante le indagini da Salvatore Acampora, ex direttore tecnico del commissariato di governo e a sua volta imputato.
Prima di Scalabrini è stato ascoltato il professor Ettore D'Elia, subcommissario di governo all'epoca della gestione Rastrelli.
D'Elia ha ribadito come, fin dal primo momento, si era stabilito che, in attesa della costruzione dell'inceneritore, il cdr prodotto negli impianti campani sarebbe stato portato altrove.

mercoledì 25 marzo 2009

Grande serata con Roberto Saviano


Una di quelle serate televisive che avremmo voluto non finissero mai, come quei film epici che ci lasciano con un pò di amarezza per il fatto stesso di essere stati interrotti, come sogni al mattino, dai titoli di coda.
A Che tempo che fa, Roberto Saviano parla per alcune ore di camorra e le parole scorrono come fiume in piena, inabissando il terribile e colpevole silenzio che infetta a morte il nostro paese.
L'oratoria è seconda solo ai contenuti, ci si incanta davanti allo schermo, e ti passano davanti le foto di Annalisa Durante, Don Peppe Diana, Salvatore Nuvoletta e gli altri martiri anonimi della camorra. Ci si sente migliori, perchè più consapevoli, dopo una serata del genere. Grazie Saviano e bravo Fazio.
Ah, dimenticavo, del sogno fanno parte anche, per alcuni minuti, David Grossman e Paul Auster, se ricapita, non svegliatemi, vi prego!

domenica 22 marzo 2009

Crisi da tutto occupato sull'Alta Velocità


Sarà che si avvistano i primi segni di ripresa, (o almeno li vede Bernanke) ma in questi tempi difficili capita anche che il treno più costoso del paese si trovi tutto occupato sulla tratta Roma-Milano, e così mi tocca partire un'ora prima.
Beh speriamo che almeno domani me ne torno a Napoli con la soddisfazione di una bella vittoria conto i diavoli rossoneri......forza azzurri!!

venerdì 20 marzo 2009

Asl Campania ridotte a sette


Nell'ambito del piano di rientro del disavanzo sanitario campano, la regione ha deliberato la riduzione delle Asl da 13 a 7. Il fatto deprimente è che anche in questo verranno nominati dei commissari, uno per ogni Asl, incaricato di far rientrare i conti. Tutto è straordinario in Campania, tranne l'emergenza.

martedì 17 marzo 2009

Tra rivoluzione e dedizione

Ecco una bella citazione tratta da"Il giovane Holden"di J.D.Salinger. Mi è arrivata in una newsletter:

"Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa"

Beh, che dire? viva gli umili.

venerdì 13 marzo 2009

Da Mountain View

Nei giorni scorsi mi è arrivata una lettera da Google con alcune istruzioni per AdSense. Un foglietto magico, piegato in due e completamente con la marca Google che campeggia al centro.....che emozione!

lunedì 9 marzo 2009

la top 50 media site di Technorati

Il meta-motore di ricerca Technorati si appresta a rilasciare il Technorati Attention Index, che misura la media dei siti con il più alto numero di link a blog negli ultimi 30 giorni. Magari ci fosse anche Repubblica.it, Dagospia o il blog di Beppe Grillo. Brutto essere provincia.In ogni caso mi sembra molto interessante la posizione n.50

Ecco la classifica:

1.YouTube
2.New York Times
3.BBC News
4.CNN.com
5.MSN
6.guardian.co.uk
7.Washington Post
8.Yahoo! News
9.Reuters
10.Los Angeles Times
11 Telegraph.co.uk
12 MSNBC
13 The Wall Street Journal
14 Time
15 Wired
16 USA Today
17 boston.com
18 FOX News
19 Daily Mail
20 ESPN
21 CBS News
22 Financial Times
23 Forbes
24 San Francisco Chronicle
25 Chicago Tribune
26 The White House
27 New York Post
28 New York Daily News
29 International Herald Tribune
30 PBS
31 Salon.com
32 BusinessWeek
33 Slate
34 Newsweek
35 New York Magazine
36 Economist.com
37 CBC.ca
38 San Francisco Examiner
39 MarketWatch
40 Chicago Sun-Times
41 US News & World Report
42 Houston Chronicle
43 Yahoo! Sports
44 Entertainment Weekly
45 Seattle Times
46 E! Online
47 People
48 Science Daily
49 Style.com
50 The Christian Science Monitor

Se adesso comincia a licenziare anche Google....

In questo aticolo tratto dal grande Valleywag è soprattutto la parola "cannon fodder" a farmi rabbrividire: carne da cannone, sarebbero i contractors di Google, quelli che equivalgono ai nostri "precari". E' proprio vero, ormai non esistono paradisi in terra, almeno nel business.

Google CEO Eric Schmidt, who spent much of last fall declaring the search engine unaffected by Wall Street's crisis, has admitted that the company is "not immune." But is he being honest about its plight?

At a technology conference last week, Schmidt was bullish about the company's prospects, promising that the company could apply the "Google magic" to the banner-ad business, just like it did with search advertising.

At Silicon Alley Insider, Henry Blodget hears differently. His sources tell him that search revenues are down "markedly" over the past month.

That squares with a rumor we heard from inside the Googleplex: That security is prepping for a round of "white badge" layoffs.

What are "white badges?" The supposedly unhierarchical Google has a system of badges: red badges for contractors, white badges for regular employees. Like the red-shirted crew who served as cannon fodder on Star Trek, red-badged contractors have taken the first hit, with Google laying off thousands since September. Save for a hundred recruiters laid off in January, the white badges have been left mostly unscathed.

Our tipster tells us:


I hear there will be more layoffs of "white badges" (a security guard told me). The next round will be big. It should be announced around the 9th — right in time for the close of the first quarter.

The 9th is today, and we haven't heard anything yet about layoffs, so our tipster may be wrong on the timing; the quarter has three weeks left in it, after all. But if Blodget is right about Google's revenues, our tipster may be correct. A Google spokesman did not respond to a request for comment.

On Charlie Rose last week, Schmidt, asked if Google would buy Twitter, said that he was unlikely to buy anything, "partly because I think prices are still high." Ah, "partly." Could Google's cratering business fill in the rest of his unspoken reluctance?

lunedì 16 febbraio 2009

Il punto della situazione dal Mobile World Congress dalla BBC

Via Pasteris


Handsets

It seems using a mobile just to make a call is now very old hat, so expect more all-singing all-dancing phones-that-think-they’re-computers. Sony Ericsson jumped the gun last night, with a phone combining a Walkman with an 8.1-megapixel camera, but Samsung may trump that with a phone which shoots video in HD (er, why?). There will be yet more touchscreen iPhone lookalikes - I’m interested in getting a look at Nokia’s N97 and the Palm Pre which I’ve heard are the best efforts yet at knocking Apple from its smartphone perch. Energy efficiency is another theme, with a couple of solar-powered handsets on display. And at long last we may see a second Android phone based on Google’s software platform - T-Mobile’s G1 has had the field to itself so far. At the other end of the complexity spectrum, there is even wild talk of a Lego phone, which must be some kind of retro joke aimed at the yuppies who wielded those “brick” phones in the ’80s.


Software

Now that just about every phone is a smartphone, it is the software that is becoming the differentiating factor. I spent yesterday evening at a preview event for some of the smaller exhibitors and just about every one seemed to be in software, not hardware. Turning voice messages into text may be one theme - Britain’s Spinvox may see itself undercut by others doing a similar job at a lower price. Location-based services are another - but then again, the mobile industry has been selling the idea of arranging your social life via a mobile Google map for years, and I’ve sill not met anyone who does it.

As the High Street closes down, a whole new range of shops is opening up in the internet cloud, with Microsoft and others rushing to imitate Apple’s iPhone Apps Store. Expect a flood of hopeful developers promising to turn your Nokia or your Windows Mobile into a musical instrument or a games arcade.


Mobile Money

No, not just the outlandish amounts of cash your operator charges you to surf the web whenever you leave the country, but the use of mobiles as “digital wallets”, allowing users to pay for small items without cash. This has been a long time coming, but as we report elsewhere on this site, the convergence of two technologies - contactless cards and advanced mobile phones - could now spark a revolution in the way we pay. It’s already happening in developing countries, where many people without bank accounts are now using phones to transfer money - I’ll be looking out for more signs of the spread of mobile money.


Mobile Broadband

If 2008 was the year of the dongle, expect a whole lot more progress on the mobile broadband front this year. I’ve already met one firm selling a device which takes a 3g signal and turns it into a portable wi-fi hotspot that you can share amongst a number of users in the home, the office - even in the car. But we’re now moving beyond 3g to much faster networks, and Barcelona will be the scene for a battle between two rival technologies - LTE and WiMax - the backers of which believe that they provide the answer to the wireless broadband future.

There - in just one sentence I’ve used enough mobile industry jargon to convince anyone to steer clear of Barcelona this week. But I will try to decipher what they’re talking about in the halls of the Mobile World Congress and pass on a translation to you.

giovedì 12 febbraio 2009

Ora anche i Talebani amano l'iPhone

Even the Taliban Now Loves the iPhone
via Valleywag

We doubt Apple will sign this guy up for an endorsement deal, but Mullah Zaif, a former Taliban official, raved about his iPhone to Al Jazeera correspondent Hamish McDonald during a visit in Kabul.

I asked Zaif about his gadget. His response was pretty much the same as everyone who owns an iPhone.

"I'm addicted," he said, "the internet is great on this, very fast."

He proceeded to show myself and our film crew his favourite websites. I half expected him to log on and show us 'Taliban Twitter'.

Just a year ago, the Taliban was threatening to blow up cell-phone towers if wireless operators didn't observe a curfew, ostensibly to prevent attacks by the American military. Which was a bit silly, since the U.S. Army has access to satellite phones. Of course, the Taliban didn't have a technophile like Zaif advising them back then. When the conservative religious movement ruled Afghanistan, it banned almost all modern technologies.

lunedì 2 febbraio 2009

Chimerica al bivio

Via Limes
Usa e Cina al WEF

Chimerica al bivio: tra Washington e Davos
di Alessandro Aresu
Dopo l'elezione di Obama si cerca di capire quale sarà il rapporto tra Usa e Cina. Le affermazioni di Timothy Geithner sulla Cina e il viaggio della fiducia di Wen Jiabao in Europa. L'uomo nuovo di Davos.

Due eventi hanno caratterizzato i giochi finanziari mondiali tra l’elezione di Barack Obama e il World Economic Forum di Davos: le affermazioni di Timothy Geithner sulla Cina e il “viaggio della fiducia” di Wen Jiabao in Europa. Questi due eventi toccano da vicino l’ipotesi geopolitica Chimerica, e cioé il marchio che Niall Ferguson ha impresso alla relazione tra spesa statunitense e risparmio cinese che ha caratterizzato la finanza globale dell’ultimo decennio. Finora gli equilibri di Chimerica sono rimasti in piedi perché il “problema” Chimerica non è mai entrato nell’agenda degli stati che la compongono. Chimerica finora era uno status. Nel mondo dentro la crisi, visti i rischi che – senza decoupling – anche la Cina sta correndo, con le possibili conseguenze per la stessa stabilità interna, la relazione diventa all’improvviso pericolosa e potrebbe diventare incandescente.

Da una parte, ci sono le osservazioni di Timothy Geithner, segretario al Tesoro dell’amministrazione Obama. Nella sua confirmation hearing al Senato, vi sono state alcuni passaggi infelici sul rapporto tra Cina e Stati Uniti. Dopo alcune domande sullo Strategic Economic Dialogue (SED) iniziato da Paulson, su cui Geithner è stato molto generico, il Senatore Schumer ha posto una questione precisa sulla politica monetaria cinese, a cui Geithner ha risposto con un’affermazione quantomeno perentoria: “Il Presidente Obama – sulle base delle opinioni di molti economisti – crede che la Cina stia manipolando la sua valuta”. Ora, l’utilizzo di questi toni non deve sorprendere: sparare sulla Cina, prima dell’11 settembre, è stata una costante populistica elettorale americana, fin dallo scontro tra Clinton e Bush padre. Ora è lecito pensare che si ritorni a un populismo di questo genere, data anche la proliferazione delle teorie della “minaccia cinese”.

D’altra parte, se ciò avviene in un contesto in cui la Cina è una potenza e lo è in funzione di Chimerica, la situazione si fa critica, soprattutto se teniamo presente il dossier delle riserve estere, analizzato ora nel dettaglio da un importante working paper del Center for Geoeconomic Studies del Council on Foreign Relations. Se questo problema è al centro di Chimerica, allora può essere affrontato soltanto la massima attenzione e Geithner ha sbagliato strategicamente a porlo in modo così brutale. Per fare soltanto un esempio, Martin Wolf, che nei suoi testi ha sempre sottolineato il problema delle global imbalances, sul Financial Times ha giudicato le affermazioni di Geithner inopportune anche se per certi versi condivisibili, vista la posta in gioco. Lo stesso Geithner, nel seguito della risposta a Schumer, affermava che, dato il fatto che la Cina manipola la sua valuta, la vera questione è come e quando affrontare il problema per fare più bene che male. Con un’affermazione così perentoria sulle convinzioni del Presidente, è stato fatto più male che bene.

Fin qui i Chimericani dell’Ovest. Dall’altra parte di Chimerica, il grande evento è il viaggio della fiducia di Wen Jiabao in Europa, che ha avuto un notevole risalto (si veda per esempio il sito ufficiale http://www.chinaview.cn/wjb090127/ del governo cinese), considerando che la relazione tra Europa e Cina è sempre stata secondaria. Wen Jiabao è stato tra i protagonisti dell’ultima gelida Davos, e non bisogna dimenticare che, da ottobre, ha inanellato un’intervista con Fareed Zakaria in cui offriva la sua interpretazione personale di Adam Smith “con caratteristiche cinesi” chiudendo il cerchio lunedì 2 febbraio con un’intervista esclusiva a Lionel Barber, direttore del Financial Times. Bisognerebbe riflettere sul marchio di “nonno Wen”. L’impressione è che la stessa logica di Davos conosca col premier cinese una trasformazione rispetto al canone del “Davos man” attribuito a Samuel Huntington.

Oggi l’uomo di Davos non è più il cittadino del mondo fedele al proprio portafoglio e non a un governo piuttosto che a un altro. Il portafoglio del vecchio uomo di Davos, se ancora esiste, è vuoto. Il nuovo uomo di Davos è uno che, a partire dalla dimensione nazionale e da uno scenario incerto di ritorno dello stato eppure non-protezionista, invita genericamente (cito dal discorso del 28 gennaio) “alla cooperazione e alla responsabilità” nonché a un “equilibrio tra risparmio e consumo, tra innovazione finanziaria e regolamentazione, tra il settore finanziario e l’economia reale”. Per poi aggiungere, con un’eco impressionante della frase per cui John McCain si sta ancora mangiando le mani, che “i fondamentali dell’economia cinese sono solidi”. Wen Jiabao è il nuovo uomo di Davos, ma quella frase maledetta non fa ben sperare per le prospettive economiche di Chimerica, e quindi del mondo.

giovedì 29 gennaio 2009

SocialMedia Raises $6 Million From IDG

via TechCrunch by Erick Schonfeld on 1/29/09


Social networking advertiser SocialMedia raised $6 million from IDG Ventures. Existing investor Charles River Ventures also participated. The company was shopping around for a larger investment of around $20 million with the investment bank Savian, but decided to take a smaller amount. At least, that is the story the company is going with.

The company claims that it had $16 million in revenues last year and says it was profitable for three consecutive months thanks to the launch of a new advertising product called Word of Mouth. These are opt-in display ads that asks people on social networks to answer a question or take a poll. The point of these ads are to find people who have an affinity for a brands and then rebroadcasting that affinity to their friends.

Crunch Network: CrunchBoard because it’s time for you to find a new Job2.0

martedì 6 gennaio 2009

Diego Guida ed il conflitto di interessi nella nuova Giunta comunale di Napoli

Conosco Diego Guida di persona e posso testimoniare che è una persona di rara cortesia ed un vero signore, ma c'è un palese conflitto di interessi nel fatto che egli sia, allo stesso tempo, Assessore al Decoro e Arredo Urbano - Biblioteche Civiche - Archivi Storici e riordino degli Archivi Comunali - Memoria della Città - Tempo libero e dirigente della maggiore casa editrice napoletana e della libreria storica della città.
Non a caso il neo-assessore afferma, in un'intervista al Denaro: "Sulle biblioteche, ad esempio, c'è il progetto di far uscire il libro da questo tipo di spazi e allo stesso tempo avvicinare i giovani alla lettura. Il fatto è che si tratta di temi considerati fino a poco tempo fa "meno profittevoli" ripetto ad altri e sui quali si è sempre investito poco in termini culturali".

La pagellona sul Frecciarossa

Ormai è già un mese che viaggio con l'alta velocità da Napoli a Roma, e viceversa, tutti i giorni (e riprenderò domani, sob!). Come suggeriva Gianpla in un commento ad un vecchio post sul clochard divo di Facebook, sono divenuto un ottimo punto di osservazione su questo "rinnovato" servizio delle ferrovie italiane.
Allora vorrei aprire questo 2009 dello Giannizzero con un pagellone di valutazione dell'ormai leggendario Frecciarossa, almeno per la tratta compresa tra Napoli e la Capitale. Beh, un primo elemento di valutazione è già stato colto dai più attenti nelle virgolette che spalleggiano sopra la parola rinnovato, ma entriamo nel vivo:
- Spazi abitativi del Frecciarossa: 9. Davvero un bel treno, molto comodo e sempre ben pulito. Il design è fresco e ben congeniato per essere occupato da esseri umani, in definitiva, una buona ergonomia. Gli spazi sono ampli ed anche quando il treno è bello pieno non ci si sente come sardine.
- Servizi: 6. Come dicevo, il treno è sempre ben pulito ma purtroppo ci sono alcuni elementi che non mi ermettono di salire oltre la sufficienza. Innanzitutto manca sempre la carta in bagno, in tutti i bagni. Non c'è una sola salviettina asciugamani in tutto il treno, nonostante gli appositi spazi predisposti in ogni toilette. Nota dolentissima: il bar-ristorante. Il Frecciarossa è un treno di lusso, diciamocelo chiaramente. Allora come si spiega lo quallore del menù composto di tramezzini e panini polimerici? In realtà a cosa serve il vagone ristorante si capisce subito: esso viene sempre occupato (almeno è così sempre nella tratta Napoli-Roma) dai venditori ambulanti e ladruncoli napoletani che salgono senza biglietto e si piazzano su tutti i tavolini del ristorante, facendone una sorta di "terza classe" dei nostri giorni. Urli, schiamazzi ed inciviltà varie abbondano ed è superfuo aggiungere che i tentativi dei camerieri di sgomberare i tavolini sono affrontati con arroganza e minacce e resi vani.
- Puntualità: 4. il Frecciarossa arriva nell'ottanta per cento dei casi con quindici minuti di ritardo. Almeno una volta a settimana un Frecciarossa si rompe ed accumula tra la mezzo'ora e le due ore di ritardo. L'esasperazione viene attitutita dal fatto che, seppur in ritardo, il treno è velocissimo e si percepisce comunque di essere arrivati in breve tempo.
- Altruismo 0. Il Frecciarossa è un treno cannibale, occupa gli accessi alle stazioni con priorità su tutti gli altri treni distribuendo gravi ritardi e disservizi su Eurostar, Intercity, Regionali ecc. ecc. (Lombardia docet).
- Costi: 7. L'abbonamento mensile a trecento euro è un affare se commisurato al biglietto di corsa singola. E pensare che fino a novembre costava quasi la metà.
Il sintesi il Frecciarossa è un Eurostar poco cresciuto (ecco le virgolette di cui sopra), un servizio fondamentale per chi viaggia spesso tra le maggiori città italiane, ma potrebbe essere di gran lunga migliore e più efficiente. Siamo ancora lontani dalle alta velocità presenti in altri paesi, su tutti Francia, Germania e Giappone.